Filtro a pressione: inchiesta dentro il semestre filtro alla Scuola Medica-Veterinaria

mani di dottore che tengono dietro la schiena uno stetoscopio

Settembre è quasi finito e con esso il primo mese di lezioni per lə studentə iscrittə al nuovo esperimento del cosiddetto “semestre filtro” per i corsi di laurea in medicina, veterinaria e odontoiatria.

Con una legge approvata a marzo e voluta dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il tradizionale test d’ingresso è stato sostituito da un semestre ad accesso libero per tuttə in cui le studentə iscrittə seguiranno, contemporaneamente in tutta Italia, tre corsi “fondamentali”: chimica, fisica e biologia. A Novembre lə studentə saranno chiamate a sostenere tre esami ministeriali, il cui punteggio (solo se superiore a 18/30) le inserirà in una graduatoria nazionale unica che deciderà per il loro futuro.

Sono quasi 70 mila lə studentə che quest’anno si sono iscrittə al semestre filtro: di questə, circa 40 mila (oltre il 50%) non riuscirà a entrare. Nonostante questa grande “rivoluzione” infatti i corsi interessati rimarranno comunque a numero chiuso, con un leggero incremento dei posti (meno del 10%) che non potrà assolutamente far fronte alle decine di migliaia di persone che a Gennaio rimarranno comunque escluse da quello che dovrebbe essere il loro futuro.

Siamo davvero sicurə che questo sia il modo più “equo e trasparente” (così lo ha definito la ministra) per affrontare l’ingresso delle studentə a medicina?

Nonostante la proposta sia quella di combattere il fenomeno ormai sempre più diffuso dei corsi privati di preparazione al test d’ingresso, lo scenario che si sta proponendo di fronte ai nostri occhi rimane molto simile: sono tante le persone che stanno continuando a seguire corsi privati suppletivi per riuscire ad assicurarsi un posto nella graduatoria. Questo nasce anche dal fatto che lə professorə delle varie università italiane sono statə costrettə a omologarsi a un programma comune per preparare lə studentə a un esame ministeriale del quale lə professorə stessə non sanno praticamente niente: se nelle loro lezioni manca anche un solo argomento, all’esame saranno lə  studentə a pagarne le conseguenze.

È ironico pensare all’eccellenza, argomento di cui si vanta molto la nostra università, mentre lə studentə sono costrette a ingerire in tre mesi scarsi tutte le basi di tre materie definite dal ministero stesso “fondamentali”, senza nemmeno un briciolo di tempo per permettere loro di mettere in discussione le loro conoscenze e capire se veramente hanno appreso i concetti.

E così, se il test di medicina già era una questione classista, adesso lo è forse ancora di più: se hai fatto il liceo, se puoi permetterti di prendere ripetizioni e comprare tre libri invece che uno (o nessuno), se hai il tempo per studiare 5 ore in più quando arrivi a casa da lezione, se hai la possibilità di tentare il semestre filtro e bloccare la tua vita per sei mesi senza avere ripercussioni, allora la tua strada è molto più semplice.

A rimanere sempre indietro, alla fine, sono le studentə di seconda categoria: quellə che non hanno i soldi per comprarsi i libri o pagare delle ripetizioni, quellə che non potranno mai permettersi un corso privato di preparazione nemmeno se risparmiassero soldi per un anno, quellə che lavorano per mantenersi e non hanno tempo da perdere dietro a un semestre sprecato a inseguire una possibilità di futuro che ogni giorno sembra sempre più lontana.

Cosa accadrà a Gennaio? Questa è una delle domande alla quale è più difficile rispondere.

Più della metà dellə studentə iscrittə al semestre filtro non riuscirà ad entrare nei corsi da loro scelti. Si parla di oltre 40mila persone che a Gennaio verranno redistribuite nei cosiddetti corsi affini, corsi che presentano una similarità di programma a quelli del semestre filtro in cui già gli anni scorsi venivano smaltitə lə studentə che non riuscivano a entrare.

Questi corsi sono a loro volta a numero chiuso e ci sarà solo una piccola quantità di posti in sovrannumeroriservati allə studentə del semestre filtro (70 su 420 nel corso di Scienze Biologiche a Pisa) che come al solito non basteranno per tuttə le personə rimaste senza posto.

A questo punto, le studentə del semestre filtro che non rientreranno nei posti riservati dei corsi affini verranno messe in graduatoria con le altrə studentə iscrittə a quei corsi, rischiando di scavalcare persone che volevano seguire davvero quella materia.

Questo è molto pericoloso: non è una cosa nuova che ogni anno vengano scarificatə studentə iscrittə a corsi come Biologia, Biotecnologie o Infermieristica per far posto ad aspiranti medicə che vengono esclusə dal test d’ingresso e si iscrivono a corsi simili per non perdere un anno di Università. Il semestre filtro sicuramente non ha migliorato questa situazione ma al contrario l’ha peggiorata, lasciando appese a un filo per sei mesi sia le studentə del semestre filtro sia le studentə che con Medicina non hanno nulla a che vedere e che volevano solo seguire un corso di Biologia.

Tutto questo senza contare il nodo della precarietà abitativa: per moltə il semestre filtro vorrà dire cercare un affitto per due mesi in una nuova città, senza sapere se a febbraio potranno rinnovare il contratto, se dovranno cercare affitto in un’altra città o avranno semplicemente buttato quei soldi. E’ chiaro che questa condizione di fragilità e di fretta espone ancora di più lə studentə al mercato ingiusto e carnivoro degli affitti nelle città universitarie. Inoltre, essendo lə studentə obbligatə a seguire le lezioni del semestre filtro nella prima città scelta per il concorso, ci chiediamo come questo influenzi la vita di centinaia di persone.

E tutto questo va a ricadere ancora più pesantemente sulle studentə borsistə senza soldi che saranno costrettə a pagare l’affitto negli studentati del Diritto allo Studio, di norma gratuiti, e potranno ricevere quei soldi indietro solo se e quando completeranno l’iscrizione a Gennaio.

Anche le borse di studio arriveranno in ritardo: in Toscana la prima rata per lə studentə borsistə del semestre filtro arriverà a Marzo 2026, circa quattro mesi dopo rispetto alle borsiste iscritte a corsi regolari, che la ricevono a Novembre 2025.

Non possiamo poi evitare la parentesi burocratica: per chi partecipa al semestre filtro, capire come funziona la borsa di studio è molto più complesso, ed è molto facile rimanere indietro per la difficoltà di compilare decine di moduli burocratici. Quantə studentə avranno davvero accesso alle borse di studio? Quante sono rimastə indietro?

Assieme tutto a questo vogliamo anche fare delle riflessioni più profonde, che riguardano il clima che si vive all’interno delle aule del semestre filtro.

La questione del merito è una delle più insidiose: sappiamo bene che questa parola viene spesso invocata e non per caso. Nel momento in cui le Università non vogliono investire risorse in più e vogliono giustificare in qualche modo il loro disinvestimento, in questo caso sulla sanità e sull’istruzione, invocano sempre il merito e l’eccellenza, andando a creare una competizione: i posti rimarranno a numero chiuso perché in pochi meritano di entrare, questa è la logica dell’Università dietro alla quale si nasconde un rifiuto di investire più soldi in due servizi, come la sanità e l’istruzione, che sono fondamentali per il nostro paese. Tutto questo mentre in Italia è palese la mancanza di medici e personale sanitario, soprattutto nelle regioni del meridione dalle quali tuttə le studentə scappano per andare verso il Nord e le sue “Università di eccellenza”, che eccellenze alla fine non sono.

La competizione che già aleggiava gli anni scorsi al momento dei test d’ingresso e negli ultimi mesi delle scuole superiori, nel semestre filtro si sposta ai primi mesi di Università e diventa ancora più spietata.

Lə compagnə di corso che seguiranno insieme tre mesi di lezione si troveranno in competizione per un posto nella graduatoria finale. Questo porta a una difficoltà nella socializzazione e nella creazione di una comunità studentesca perché ognunə si vede come avversariə e ogni aiuto reciproco (una lezione registrata, degli appunti passati, un argomento spiegato) potrebbe costare la perdita del posto in graduatoria.

Questa è pedagogia della competizione e dello stress: non è un caso che già ora sia diffusa la credenza e la sensazione che lə studentə di Medicina siano tra lə più stressatə e desensitivizzatə. La privazione di empatia che viene imposta da questo tipo di ambiente è una sensazione paradossale per chi dovrebbe lavorare a contatto con il pubblico e prendersi cura delle persone.

Noi ci chiediamo dunque quale sia il ruolo della medicina oggi.

Non è raro in discussioni con studentə e giovani futurə medicə di sentire riportati episodi di competizione, di burnout, di rapporti di potere.

Lo sappiamo bene: sicuramente la scuola medica non è il posto in cui viene insegnata la cura a 360 gradi. Non è uno spazio di sperimentazioni in cui ragionare di una medicina di genere o diversa da quella organicista, al contrario è un luogo estremamente tradizionalista e fermo al passato, come lo dimostra questo ennesimo tentativo di cambiamento che alla fine non cambierà niente

Ci riserviamo di approfondire questo vaso di pandora in futuro ma riteniamo che siano elementi da aggiungere alla discussione.

Solo a Pisa ad oggi si contano 1.873 iscritti al semestre filtro, un incremento del 26% rispetto all’anno scorso. I posti totali fra i 3 corsi di studio sono 468, questo significa che a Pisa a Gennaio 1405 studentə rimarranno fuori. Di queste, 242 riusciranno a entrare sicuramente nei corsi affini grazie ai posti loro riservati, mentre le restanti 1163 dovranno lottare per entrare nei corsi affini o saranno costrettə a stare fermə per un altro anno, guardando il loro futuro che si allontana sempre di più.

RISPONDI QUI A TUTTE LE DOMANDE. Questa inchiesta nasce proprio dall’intento di non voler silenziare questi numeri e queste voci ma di ascoltarle, mappare i problemi, capire cosa si genera dietro a questi meandri di burocrazia, aspettativa, fretta e buona dose di improvvisazione e propaganda. Vogliamo anche meglio indagare quali saranno le conseguenze di questa sperimentazione sullə studentə, anche dal punto di vista del diritto allo studio, per poi organizzarci insieme a loro.